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Free College

Immaginate centoventi ragazzi che arrivano precisi alle 9 in punto. Sorridenti ed educati, si impegnano dando il massimo per due settimane, tutti i giorni fino alle 20. Portano una maglietta rossa con un bel paio di calzoncini, lunghi fino a sotto le ginocchia.
Immaginate poi un gruppo di persone eccezionali, magari qualcuno in pensione, qualcuno che libera la propria mattina da altri impegni, qualcun altro a capo di qualche comitato di quartiere o che sacrifica un giorno di ferie per esserci, pure loro con la maglia rosso blu e una voglia matta di darsi da fare per rendere facile una cosa difficile.

Immaginatevi ancora un progetto curioso, sottoposto agli uffici della Provincia di Roma, del XIII° Municipio, delle scuole del quartiere, degli enti di promozione sportiva e della Federazione Italiana Pallacanestro che propone: “Basket dalla mattina alla sera, sarà tutto gratis per due settimane, avete capito bene!”

Immaginatevi infine un’associazione sportiva, fatta di gente straordinaria, persone competenti, esperte di  basket giovanile e di educazione allo sport: istruttori nazionali, allenatori, gente che potrebbe stare da un’altra parte a percepire qualche migliaio di euro per fare la stessa cosa, faticando la metà.
Se siete riusciti ad immaginare tutte queste cose,
avrete capito   cosa è stato il FREE College: un grande evento educativo.

Nessuna delle persone, dei volontari, degli impiegati d’ufficio, degli amministratori, delle cuoche della mensa, degli istruttori, dei ragazzi menzionati nelle righe precedenti, ha dato meno del massimo per rendere fattibile questa piccola utopia a scala di quartiere.

 

 

"E io vi dico che la vita è davvero oscurità se è priva di slancio,
E che ogni slancio è cieco se non v’è conoscenza,
E ogni conoscenza è vana se non v’è l’operare,
E ogni opera è vuota se è priva d’amore."

(K. Gibran, “a proposito del lavoro”, da Il Profeta, New York, 1921)

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